Lea Pericoli: La Divina del Tennis Italiano
Lea Pericoli: La Divina del Tennis Italiano
Una leggenda si è spenta all'età di 89 anni, lo scorso 4 ottobre 2024.
La Signora del Tennis, Lea Pericoli, è stata molto più di una semplice tennista. È stata un'icona di stile, una pioniera del giornalismo sportivo femminile e un'ispirazione per generazioni di atlete. La sua figura, avvolta in un'aura di eleganza e tenacia, ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama sportivo italiano.
Nata a Milano nel 1935, Lea Pericoli ha trascorso parte della sua infanzia in Etiopia, dove ha iniziato a coltivare la sua passione per il tennis. Tornata in Italia, ha presto dimostrato un talento innato per questo sport, vincendo numerosi titoli nazionali giovanili.
Il suo debutto nel circuito professionistico è stato folgorante. In campo, si distingueva non solo per la sua tecnica impeccabile, ma anche per l'eleganza e la grinta che la contraddistinguevano. Fu soprannominata "La Divina" dal giornalista Gianni Clerici, un appellativo che ne sottolineava la classe e la bellezza.
Il palmares di Lea Pericoli è ricco di successi. Ha raggiunto i quarti di finale in tornei del Grande Slam come il Roland Garros e Wimbledon, e in coppia con Silvana Lazzarino è stata cinque volte finalista nel doppio agli Internazionali d'Italia.
Ventisette volte Campionessa Italiana tra singolare, doppio e misto è stata la numero uno italiana per ben 14 anni tra il 1959 e il 1976.
Tredici i titoli in singolare: 1958 Istanbul, 1959 Beirut, 1960 Bastad, 1960 Stresa, 1961 Lesa, 1961 Santa Fe, 1962 Reggio Calabria, 1962 Palermo, 1962 Casablanca, 1962 Lesa, 1963 Monte Carlo, 1963 Viareggio, 1969 Il Cairo.
In un'epoca in cui le donne avevano ancora poche opportunità nel mondo dello sport, ha dimostrato che anche le tenniste potevano essere delle vere professioniste, ottenendo successi e riconoscimenti a livello internazionale.
Oltre ai risultati sportivi, Lea Pericoli ha lasciato un segno indelebile anche nella storia del tennis italiano a livello mediatico. È stata una delle prime donne a raccontare questo sport sui giornali e in televisione, diventando un punto di riferimento per gli appassionati.
Ha commentato numerosi tornei, trasmettendo la sua passione e la sua conoscenza del tennis.
Nello stesso tempo ha continuato a dedicarsi a questo sport, ricoprendo ruoli importanti all'interno della Federazione Italiana Tennis.
Non solo: oltre al tennis, Lea Pericoli si è dedicata a numerose altre attività. È stata modella, ha scritto libri e ha collaborato con diverse testate giornalistiche.
L'eredità di Lea Pericoli è inestimabile.
La sua eleganza, la sua tenacia e la sua passione sono state e continuano a essere un esempio per le giovani atlete. La sua carriera ed il suo modo di affrontare la vita, hanno aperto la strada a molte tenniste italiane. Grazie a lei, il tennis femminile in Italia è cresciuto e si è affermato a livello internazionale. Le atlete di oggi possono infatti contare su di un'eredità importante e su di un modello di riferimento. anche al di fuori dello sport..
Nel 1973 scoprì un tumore dell'utero in fase iniziale; fu curata e conobbe l'oncologo Umberto Veronesi, con il quale nacque una grande amicizia. Prestò il suo volto alla campagna di sensibilizzazione per la prevenzione del cancro: 50 anni fa era un'epoca in cui il tumore era una malattia quasi tabù. Lea Pericoli fu fiera e molto determinata a rappresentatre la LILIT (Lega Italiana per la lotta contro i tumori), laddove “il brutto male” tra la gente si chiamava solo così, quasi con vergogna, per pudore.
In una intervista disse:”Ci sono arrivata in tempo, la prevenzione aiuta tantissimo. Facendo prevenzione, magari non si potranno evitare tutte le malattie, ma si può comunque guarire, vivere a lungo con una buona qualità di vita”.
E ancora:”Quando morirò sarò molto infelice, amo la vita in modo assurdo e tutto quello che mi è successo di negativo me lo sono fatta scivolare addosso. Per batterlo(ndr. il cancro) preferisci avere tutto il pubblico che tifa per te. Io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, mi sono riempita l’anima di positività. È un atteggiamento che mi porto dietro da bambina: sarà che quando sopravvivi alla savana, poi non hai più paura di niente.”