Martina Navrátilova: Campionessa dentro e fuori dal campo
Martina Navrátilova: Campionessa dentro e fuori dal campo La leggenda di Martina Navratilova tra le vittorie in campo e battaglie della sua vita privata
“Un giorno giocherai a Wimbledon"
Miroslav Navrátil pronuncia queste parole all’indirizzo della piccola Martina di sei anni. La bambina sa tenere la racchetta in mano, ha appena imparato che la pallina deve passare al di sopra della rete e non può immaginare che quel giochino tanto divertente la trasformerà in una delle donne sportive più forti di tutti i tempi.
Martina Šubertová nasce a Praga il 18 ottobre del 1956. Quando ha tre anni lei e la mamma Jana si trasferiscono a vivere con il nuovo compagno della donna; Miroslav Navrátil, dal quale la bambina eredita il cognome (aggiungendo il suffisso “ova”) e la passione per il tennis.
All'età di dodici anni, la futura campionessa abbandona i campetti malconci della periferia della capitale ceca dove si allena e inizia a partecipare a diversi tornei Juniores in giro per il paese, che spesso la vedono vittoriosa. È il 1968 e la fatica della giovane non si limita soltanto al rettangolo di gioco, infatti, quando i set terminano e le avversarie sono battute bisogna fare i conti anche con le regole e le costrizioni imposte dall'Unione Sovietica.
Un periodo storico complicato per forgiarsi come campionessa visto che la maggior parte delle persone provavano solo a limitare i danni ed a tirare avanti nonostante le regole ferree imposte dal governo. Martina invece ha la determinazione che la contraddistinguerà nel corso di tutta la sua vita e nel 1972 vince prima i campionati nazionali di tennis cecoslovacchi e successivamente vola negli Stati Uniti da giocatrice consapevole e ambiziosa. Martina non si ferma più e solo un anno più tardi, la città di Orlando, in Florida, diventa teatro della sua prima vittoria di un trofeo di tennis singolo internazionale. Martina si afferma come campionessa e negli anni 80 vive il periodo più vincente della sua carriera, collezionando trionfi in tutti i tornei più importanti; Dagli Open di Francia a Wimbledon, passando dagli Australian e US Open. Un’egemonia schiacciante che l’ha vista dominare il tennis mondiale e l’ha resa protagonista di uno dei duelli storici più appassionanti di sempre di questo sport con la rivale americana Chris Evert, l’unica capace di darle filo da torcere e batterla in più occasioni, come per esempio nella finale degli open di Francia del 1975 e sempre nello stesso anno nella semifinale di US Open. Questa rivalità tra le due splendide atlete ha regalato sessanta finali spettacolari dove ben quarantasette volte la Navratilova ne è uscita vittoriosa. Il fortunato pubblico di ogni mondo ha potuto assistere a giocate sensazionali sia dal punto di vista della tecnica dei colpi, sia dalla potenza fisica e a dimostrazione del rispetto tra le due tenniste ci sono le parole della Evert durante un’intervista: “La mia felicità era batterla, quando perdevo ero delusa, ma non devastata. Se non avessi vinto io il torneo, avrei preferito toccasse a lei».
Il 1994 è l’anno dell’addio al tennis e in ogni apparizione sui campi di tutto il mondo, La Navratilova riceve dagli spalti standing ovation da brividi e un amore così forte che la spinge a ritornare a calcare i terreni da gioco. È il 2003 quando vince il doppio misto agli Australian Open e a Wimbledon in coppia con Leander Paes, diventando la prima donna di quarantasei anni a vincere un Grande Slam.
Nel corso della sua carriera ha vinto 59 slam, di cui 18 in singolare.
Una vita di vittorie sportive ha incastonato la Navratilova per sempre nella storia del Tennis, facendola diventare una leggenda della racchetta, ma certe donne sembrano essere predestinate a lottare anche fuori dal campo di gioco, diventando dei veri esempi da seguire per le generazioni future. E fu così che all’inizio degli anni 80 Martina, stanca di sentire illazioni da parte dei media sulla sua vita privata, decise di fare coming out e dichiarò al mondo intero di essere lesbica, diventando una delle prime atlete nella storia a parlare in pubblico del proprio orientamento sessuale. Un esempio di forza e carattere per la difesa dei diritti personali che già quarant'anni fa anticipava i tempi e ancora oggi da la forza alle nuove generazioni per seguire l'esempio.
Come se tutto questo non fosse sufficiente, Martina ha vinto anche un’altra battaglia di recente, quando a volerla sfidare è stato uno degli avversari più agguerriti che esiste, la malattia. La campionessa è riuscita a vincere il match più importante di sempre, sconfiggendo un doppio cancro a gola e seno che l’ha colpita tra il 2010 e oggi, combattendo a testa alta e uscendone ancora più forte, come solo gli eroi sanno fare, anzi, le eroine.
“Un giorno giocherai a Wimbledon, si tra le altre cose…”