Khalia Lanier, chi è la pallavolista americana dell’Imoco: Papà Bob, gli inizi e il legame con l’Italia

Khalia Lanier, chi è la pallavolista americana dell’Imoco: Papà Bob, gli inizi e il legame con l’Italia Khalia Lanier, la schiacciatrice americana dell'Imoco

Khalia Lainer, chi è la pallavolista americana dell’Imoco: Papà Bob, gli inizi e il legame con l’Italia

 

 

Figlia di Bob Lanier, stella NBA degli anni 70/80, Khalia è nata in America, a Scottsdale, il 19 settembre del 1998 e nonostante la fama del padre, ha deciso di non provare a cimentarsi nel basket. 
Conosciamo la talentuosa schiacciatrice che da quest’anno difende i colori dell’Imoco. 

 

La carriera di Khalia tra gli Stati Uniti e l'arrivo in Italia


Da bambina, la piccola Khalia muove i primi passi nella pallavolo con la maglia dell’Arizona Storm, squadra giovanile dove resterà per sei anni, dal 2010 al 2016, giocando anche a livello universitario e ricevendo parecchi premi individuali. 
A seguito di un triennio passato a Los Angeles con la Southern California, nel 2020 approda in Italia, esattamente a Bergamo, la società che le dà fiducia e le permette di misurarsi con la serie A1. 
Dopo una parentesi di un anno con le Pinkin de Coroza di Porto Rico, dove partecipa al massimo campionato e vince il premio di miglior giocatrice del torneo, torna nella città Orobica per vestire la casacca della neonata Bergamo 1991. 
Dalla scorsa estate è il nuovo innesto delle campionesse d'Italia in carica. 

 

Figlia d’arte con un sogno diverso dal papà, le scelte della pallavolista americana 


L’attaccante della nazionale a stelle e strisce ha deciso sin da piccola di non seguire le orme paterne e, scegliendo il volley, ha ricevuto tutto l’appoggio e l’incoraggiamento da parte della famiglia. 
“Non volevo giocare a basket, perché non volevo essere sotto i riflettori per quello che è stato a livello sportivo mio padre. Volevo trovare la mia strada, trovare il mio sport. Ho iniziato quando avevo 13 anni, in un club dell’Arizona, l’Arizona Storm. E poi ho avuto la fortuna di andare all’University of Southern California ” 
La ragazza di 188 centimetri ha scelto la maglia numero 16 per scendere in campo, la stessa che usava papà Bob.
Un modo carino per dimostrare il suo affetto e rendere omaggio alla grande carriera dell’ex cestista dei Detroit Pistons. 

 

L'impatto con l'Italia, l’amore per il cibo, Bergamo come seconda casa 


L’adattamento alla massima divisone italiana non è stato semplice per l’americana che nei primi anni in Lombardia ha dovuto fare anche i conti con un clima diverso da quello a cui era abituata. 
“Non è stato facile, devo essere sincera. La cosa con cui ho lottato maggiormente è il clima, perché in Arizona e in California c’è quasi sempre il sole e quando piove non dura molto. Qua nevica e non sono abituata”. Queste le parole della schiacciatrice che ha poi voluto sottolineare come l’amore della gente e delle compagne di squadra l’hanno aiutata a superare le avversità: 
“Adoro davvero questo paese. Voglio dire, il cibo è fantastico, le persone sono state davvero gentili e premurose con me. Poi penso che abbiamo un gruppo di ragazze davvero fantastico e questo mi aiuta quotidianamente”

 

 

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