Atletica: Ivana Vuleta Spanovic, le lacrime di gioia della campionessa del mondo

Atletica: Ivana Vuleta Spanovic, le lacrime di gioia della campionessa del mondo Ivana Vuleta Spanovic vince l'oro nel salto ai mondiali di Budapest 2023

Atletica: Ivana Vuleta Spanovic, le lacrime di gioia della campionessa del mondo

 

 

È passata circa una settimana da quando Ivana Vuleta Spanovic ha conquistato la medaglia d’oro nel salto in lungo ai mondiali di atletica di Budapest, battendo il miglior record serbo di sempre (7.06) conquistato proprio da lei nel 2016. La trentaquattrenne ha impiegato cinque tentativi per compiere il balzo di 7.14 metri che le ha permesso di mettere al collo la medaglia più preziosa di tutte e l’ha ripagata dei tanti sforzi. La serba, oltre a compiere la miglior prestazione in assoluto della stagione, è salita sul gradino più alto del podio per la prima volta in un mondiale dopo aver ottenuto due bronzi nelle edizioni del 2013 (Mosca) e 2015 (Pechino). Ivana mette così nella bacheca personale l’unico titolo che le mancava e con il trionfo nella capitale ungherese si riscatta dopo i momenti complicati, oltre a qualche infortunio fisico, che nel 2022 le avevano fatto maturare l’idea di ritirarsi. Nel 2017, ai mondiali di Londra, l’atleta è stata protagonista, a detta sua e della federazione serba, di un’ingiustizia sportiva inquanto con il suo salto era riuscita ad ottenere un risultato oltre i 7.02 metri ma i giudici calcolarono il segno lasciato nella sabbia (6.91) dal tipico dorsale utilizzato dalle saltatrici. Questo la posizionò quarta, ad 1 solo cm dal bronzo e a 6 dall’oro. La rabbia fu molta e la Spanovic provò a fare ricorso, forte del fatto che non esiste un regolamento che chiarisce se il dorsale faccia o meno parte del corpo, ma la federazione non accolse il ricorso e non modificò il risultato. Nel luglio del 2022 partecipa ai Mondiali di Eugene, dove in finale porta a casa un deludente settimo posto, anche a causa di un nuovo (criticatissimo) sistema di rilevamento della telecamera che delinea lo stacco della scarpa da terra e non le lascia scampo. Qualche giorno dopo il termine della competizione in terra americana, la Vuleta annuncia, a sorpresa, la volontà di ritirarsi ma qualche mese dopo torna sui suoi passi senza immaginare che cambiare idea diventerà la scelta migliore della sua carriera, infatti, in un anno è passata dal quasi ritiro al pianto di gioia per essere salita sul tetto del mondo, diventando la dimostrazione concreta di quanto conti non mollare mai; oggi nessun giudice, telecamera o avversaria può toglierle il titolo di campionessa mondiale. 

 

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