La Disparità di Genere nello Sport oggi

La Disparità di Genere nello Sport oggi

Il Tennis femminile lo sport meglio pagato

 

 

Nel panorama sportivo globale, la disparità di genere tra maschi e femmine resta eclatante. Il tennis femminile  si  conferma la disciplina che offre i maggiori guadagni  alle atlete, grazie a nomi come Iga Swiatek  e Aryna Sabalenka che dominano le classifiche delle sportive più pagate superando, in termini di introiti, le colleghe di altre discipline. Questo dato, tuttavia, nasconde una realtà più complessa e spesso meno rosea: la persistente disparità di genere  nei confronti dello sport maschile.

 

Tennis: un faro nella Parità, ma con molte ombre

Il tennis è confermato come uno degli sport che più si è adoperato per raggiungere una maggiore equità salariale tra uomini e donne, in particolare nei tornei del Grande Slam, dove i premi in denaro sono stati parificati. Questo impegno ha reso il circuito femminile un'eccezione positiva, ma al di fuori dei maggiori eventi le differenze di guadagno possono ancora essere significative, con tornei minori e sponsorizzazioni che spesso, anzi, praticamente sempre, favoriscono gli atleti uomini.

La disparità salariale è un fenomeno multifattoriale, radicato in questioni storiche, culturali ed economiche. Potremmo riassumerle in:

 

  • Minore visibilità e copertura mediatica. Storicamente gli sport femminili hanno ricevuto meno attenzione dai media, riducendo l'esposizione delle atlete e l'interesse del pubblico. La minore visibilità si traduce in meno spettatori, meno diritti televisivi e, di conseguenza, meno entrate complessive per le leghe e le singole atlete. Questo è forse il problema più critico e circolare. Storicamente, lo sport femminile ha ricevuto una copertura mediatica drasticamente inferiore rispetto a quello maschile. Meno spazio sui giornali, meno tempo in televisione e meno contenuti online significano meno esposizione per le atlete e per le loro discipline. Questa mancanza di visibilità crea un circolo vizioso: se il pubblico non vede lo sport femminile, non se ne interessa, e se non c'è interesse, i media non investono in copertura. Sebbene recenti studi dimostrino un aumento dell'audience a livello globale, con un picco significativo per eventi come la Coppa del Mondo di calcio femminile o il Draft WNBA, la percentuale di copertura mediatica rimane spesso molto bassa (in alcuni contesti, non supera il 5% del totale della copertura sportiva).

    I diritti televisivi rappresentano una delle maggiori fonti di reddito per le leghe e le federazioni sportive. Dato che lo sport femminile ha un'audience storicamente inferiore (seppur in crescita), le emittenti sono disposte a pagare meno per i diritti di trasmissione. Questo si traduce in un minor flusso di denaro complessivo che può essere distribuito alle atlete sotto forma di salari o premi in denaro. L'esempio del calcio femminile è emblematico: nonostante un aumento significativo del valore dei diritti TV in alcuni campionati (ad esempio, la NWSL negli Stati Uniti ha visto un aumento clamoroso del valore dei suoi contratti televisivi), la forbice con il calcio maschile rimane abissale.

     

  • Investimenti degli Sponsor. La correlazione tra visibilità e interesse degli sponsor è diretta. Sebbene l'interesse per lo sport femminile sia in crescita a livello globale, con sponsor internazionali che investono sempre più in atlete e squadre femminili (come dimostrano i grandi accordi nel calcio femminile e nel basket negli USA), in Italia la situazione è ancora critica. Molti sponsor italiani mostrano ancora una minore propensione a investire  nello sport femminile rispetto a quello maschile, percependo un ritorno sull'investimento inferiore a causa della minore audience. Se la visibilità mediatica dello sport femminile è limitata e l'audience percepita è minore, molti brand tendono a investire meno o con contratti meno vantaggiosi, nelle atlete o nelle leghe femminili. Questo è particolarmente evidente in paesi come l'Italia, dove, nonostante un crescente interesse a livello globale per lo sport femminile (con un aumento degli investimenti da parte di brand attenti alla diversità e alla responsabilità sociale), gli sponsor nazionali mostrano ancora una certa riluttanza a parificare gli investimenti con quelli maschili. Si preferisce spesso estendere partnership esistenti con team maschili ai corrispettivi femminili, piuttosto che avviare strategie di comunicazione dedicate e con budget significativi. Questo non significa che l'interesse non ci sia a livello mondiale: anzi, un'indagine WST ha rilevato che oltre l'80% degli sponsor che già investono nello sport femminile sono intenzionati a confermare o aumentare l'investimento, spesso riscontrando KPI (Key Performance Indicators) migliori del previsto. Tuttavia, la percezione e le abitudini del mercato italiano sono più lente a cambiare.

     

  • Percezione e Stereotipi.  Persistono stereotipi culturali che sminuiscono il valore e l'attrattiva dello sport femminile, influenzando negativamente la percezione del pubblico e degli investitori. I social media stanno giocando un ruolo cruciale nel sovvertire, seppur lentamente, queste dinamiche. Le atlete possono bypassare i media tradizionali e costruire una connessione diretta con i loro fan, aumentando la propria visibilità e creando un "brand" personale che può attrarre sponsor. Atlete come Simone Biles, Alex Morgan o in Italia Dorothea Wierer e Paola Egonu hanno milioni di follower, dimostrando che il pubblico è pronto a seguirle e a interagire con loro. Alisha Lehmann, calciatrice della Juventus Woman e della Nazionale Svizzera, da sola ha 16 milioni di followers, più delle squadre di Juventus, Inter e Milan del calcio maschile messe insieme!!! Questo accesso diretto permette alle atlete di raccontare le proprie storie, mostrare la propria personalità e costruire un seguito fedele, rendendole più attraenti per i brand. In Italia devono solo svegliarsi...

     

  • Opportunità e Infrastrutture.  In molti contesti, le strutture di allenamento dedicate allo sport femminile sono inferiori in qualità e quantità.

    Oltre alle strutture fisiche, il supporto professionale  è spesso carente. Le squadre e le atlete femminili possono avere a disposizione meno allenatori specializzati, preparatori atletici, nutrizionisti, psicologi dello sport e staff medico rispetto alle controparti maschili. Questo divario si manifesta in diverse forme:

  • Minore numero di professionisti:  Meno budget per assumere staff di alto livello.

  • Mancanza di specializzazione:  A volte, lo staff disponibile non è specificamente formato per le esigenze fisiologiche e psicologiche delle atlete.

  • Accesso discontinuo:  Il supporto potrebbe non essere costante o disponibile quando più necessario.

     

    Palestre meno attrezzate, campi sportivi meno curati, e l'accesso limitato a impianti moderni possono compromettere la preparazione atletica. Un ambiente di allenamento subottimale può influire negativamente sulle prestazioni, aumentare il rischio di infortuni e limitare lo sviluppo tecnico e tattico.

 

Il futuro luminoso verso una parità concreta

Nonostante le sfide strutturali e culturali ancora presenti, il panorama dello sport femminile è indubbiamente in una fase di rapida e promettente evoluzione. Ciò che un tempo era un orizzonte lontano, la piena parità, sta diventando un obiettivo sempre più tangibile, spinto da una confluenza di fattori positivi.

 

    L'aumento dell'interesse globale  per lo sport femminile è un motore inarrestabile. Sempre più persone scoprono il fascino e l'agonismo delle discipline femminili, riempiendo stadi, sintonizzandosi su trasmissioni e seguendo le loro beniamine sui social media. Questo crescente seguito è un segnale chiaro per media e sponsor: c'è un pubblico vasto e appassionato pronto a investire il proprio tempo e la propria attenzione.

    In parallelo, un cambiamento culturale progressivo  sta erodendo vecchi stereotipi. C'è una maggiore consapevolezza del valore intrinseco dello sport femminile, apprezzato per la sua intensità, la sua tecnica e la sua capacità di emozionare. Le narrazioni si spostano dall'aspetto fisico alla performance, dalla "femminilità" alla forza atletica.

    Questo slancio è sostenuto da unincremento della visibilità  che, seppur lentamente, sta guadagnando terreno, e da una lotta sempre più decisa per la parità di trattamento. Federazioni, atlete e organizzazioni si battono per premi equitari, migliori condizioni contrattuali e pari opportunità. L'impegno congiunto di tutti questi attori sta inesorabilmente colmando il divario, promettendo un futuro in cui il talento, la dedizione e la passione delle sportive di tutto il mondo siano finalmente riconosciuti e remunerati senza disparità. La strada è ancora in salita, ma la direzione è chiara: verso uno sport più giusto e inclusivo per tutti.

     

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