L'UCI ribadisce il divieto al ciclismo femminile per le transgender

L'UCI ribadisce il divieto al ciclismo femminile per le transgender

Austina Killips

 

 

E' stata ribadita, con una nota, la decisione dell'UCI del 14 luglio scorso rispetto alla questione transgender nello sport femminile, in vista delle qualificazioni alle Olimpiadi di Tokyo 2024.

 

A luglio 2023 la Federazione Ciclistica Internazionale si era espressa, in linea con le federazioni internazionali ed i Comitati Olimpici di altri sport, sull'esclusione delle atlete transgender dal ciclismo femminile.

L’International Cycling Union si era unita agli organi di governo sportivo per gli sport in pista, sul campo e il nuoto, come sport olimpici di alto livello, che affrontano la questione transgender e l’equità negli eventi femminili.

D’ora in poi, alle atlete transgender che sono passate per la pubertà (maschile) sarà vietato partecipare agli eventi delle donne sul calendario internazionale dell’UCI – in tutte le categorie – nelle varie discipline”, ha detto a luglio la federazione internazionale ciclismo.

La decisione dell’UCI arrivò dopo che la ciclista americana Austin Killips era diventata la prima donna apertamente transgender a vincere un evento ufficiale femminile a maggio 2023.

L’UCI affermò che il divieto era necessario per “garantire pari opportunità”.

Killips era arrivata alla vittoria nella quinta tappa del Tour of the Gila, una delle gare a tappe statunitensi. La sua vittoria provocò una reazione negativa da parte di alcuni appassionati di ciclismo ed ex ciclisti, nonostante l’atleta di 27 anni avesse aderito ad una politica messa in atto dall’UCI che richiedeva, alle atlete transgender, di avere livelli sierici di testosterone di 2,5 nanomoli per litro o meno per almeno 24 mesi prima di competere negli eventi femminili.

L’UCI dichiarò di aver preso nota dello stato delle conoscenze scientifiche, le quali non confermano che almeno due anni di terapia ormonale con una concentrazione di testosterone plasma target di 2,5 nmol / L, siano sufficienti per eliminare completamente i benefici del testosterone durante la pubertà negli uomini.

Fu notata anche la difficoltà di "trascurare conclusioni precise sugli effetti" della terapia ormonale che conferma il genere.

Dato lo stato attuale delle conoscenze scientifiche, è anche impossibile escludere la possibilità che fattori biomeccanici come la forma e la disposizione delle ossa nei loro arti possano costituire un vantaggio duraturo per le atlete transgender”, disse l’UCI.

A maggio 2023, l’UCI – guidata dal suo presidente francese David Lappartient, membro del Comitato Olimpico Internazionale – dichiarò di attendere per prendere una decisione ad agosto. I campionati del mondo infatti si svolsero dal 3 al 13 agosto a Glasgow, in Scozia.

Invece, l’UCI decise velocemente, il 5 luglio.

Nonostante il divieto, Lappartient affermò che “l’Oicr vorrebbe riaffermare che il ciclismo, come sport competitivo, attività di svago o mezzo di trasporto è aperto a tutti, comprese le persone transgender, che incoraggiamo come tutti gli altri a prendere parte al ciclismo”.

L’UCI affermò che la sua categoria maschile ribattezzata “Men / Open” agli eventi internazionali Masters, al di sotto del livello elite per i ciclisti di almeno 30 anni, era aperto anche a “qualsiasi atleta che non soddisfi le condizioni per la partecipazione agli eventi femminili”.

 

Lappartient oggi ha insistito sul fatto che l’UCI “eguagli e sostenga il diritto degli individui a scegliere il sesso che corrisponde alla loro identità di genere, a qualunque sesso siano stati assegnati alla nascita. Tuttavia, ha il dovere di garantire, soprattutto, pari opportunità per tutti i concorrenti nelle competizioni ciclistiche”.

L’UCI ha seguito il ciclismo britannico nell’approvare una simile politica transgender, che includeva piani per dividere le gare competitive in categorie “aperte” e “femminili”. La categoria femminile doveva rimanere per coloro il cui sesso era stato assegnato come femmina alla nascita.

La decisione del ciclismo chiuse un’altra possibilità di partecipazione alle Olimpiadi di Parigi del 2024 per le atlete transgender. Due anni fa, la transgender Laurel Hubbard gareggiò alle Olimpiadi di Tokyo per la Nuova Zelanda nella classe over-87 chilogrammi delle donne.

Oggi l'UCI ribadisce che questo non potrà più accadere.

 

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