Venus Williams:”E' ora che le ragazze sfruttino le opportunità dello sport”
Venus Williams:”E' ora che le ragazze sfruttino le opportunità dello sport”
Lo sport femminile è in netta ascesa nel mondo, ma contiene ancora delle anomalie rispetto a quello maschile.
Una di queste è l'alta percentuale di abbandono delle attività.
È impossibile capire come sarebbe stato il mondo di Venus Williams se avesse lasciato il tennis a 14 anni:“Non riesco ad immaginare la mia vita senza la sport” ha recentemente dichiarato la campionessa americana.
Ecco uno dei motivi per i quali ha deciso di aiutare il mondo femminile, soprattutto le giovanissime, a rimanere nello sport, a sentirsi “sicure di sé”.
È anche il motivo per il quale si è presentata a sorpresa ad aiutare negli allenamenti una squadra di Football Americano femminile delle scuole superiori, in una sera di febbraio, dove ha lanciato la sua nuova iniziativa per sostenere le ragazze nello sport.
"Lo sport è la cosa migliore che puoi fare per la tua vita" ha detto Venus Williams che, durante la finale, ha tifato e applaudito la sua squadra a Las Vegas, festeggiando la vittoria insieme a loro in modo molto empatico, felice per il finale di stagione.
"Le ragazze che si sentono bene con se stesse fanno cose buone nella vita, prendono decisioni migliori, sono in grado di difendersi al lavoro, hanno la forza di chiedere lavori e stipendi per ciò che sentono di valere ed hanno relazioni migliori con le persone.”
Eppure la percentuale di partecipazione sportiva delle ragazze diminuisce costantemente dall’infanzia all’adolescenza. Il 45% delle ragazze adolescenti abbandona lo sport a livello globale, al doppio dei ragazzi, secondo una recente ricerca di Dove e Nike.
La bassa fiducia nel proprio corpo è la più grande causa: il 44% delle ragazze che abbandonano dichiara che è stato detto loro di non avere il corpo giusto per lo sport, sono state prevaricate o giudicate in base al loro aspetto fisico. Al 22% è stato detto che non sono abbastanza brave, quindi sconsigliate a continuare.
Due su tre hanno però confessato che sarebbero state più sicure del proprio corpo se fossero rimaste nello sport più a lungo e avessero avuto un aiuto da parte dei team o degli allenatori.
Marti Reed, famosissima mental coach nel softball USA, è cresciuta giocando a basket e sa cosa vuol dire sentirsi insicuri e osteggiati:“I bambini mi prendevano in giro e mi chiamavano -gun- per il mio modo di scattare (ndr. la pistola che dà lo start in atletica) o -braccia da uomo- per il mio aspetto”.
Rimase così colpita, che smise di indossare abbigliamento a maniche corte per un po'. Ora, è la direttrice delle partnership nazionali per la Positive Coaching Alliance, un'organizzazione statunitense che fornisce formazione e workshop per gli allenatori.
Il ruolo degli allenatori e dei mentori nel migliorare l’autostima delle ragazze è fondamentale. Isabelle Cayer, famosa pattinatrice canadese, ha iniziato a pattinare da piccolissima:“Ho trovato la passione per l’allenamento dal mio allenatore di pattinaggio, Robert, che si preoccupava davvero di me come persona e pattinatrice di figura. Mi ha instillato la fiducia di seguire i suoi insegnamenti ".
Isabelle Cayer è ora direttrice della sicurezza sportiva per l'Associazione degli Allenatori di Pattinaggio del Canada.
La ricerca di Dove rafforza il fatto che gli allenatori possano effettivamente fare un’enorme differenza: il 79% delle ragazze ha riferito che il loro allenatore è stato il motivo per cui si sentivano più sicure e il 64% ha dichiarato di aver beneficiato dell’educazione alla fiducia nel loro corpo dagli allenatori.
Ecco perché Dove e Nike hanno recentemente unito le forze per lanciare Body Confident Sport, un nuovo programma online che fornisce agli allenatori gli strumenti per costruire la fiducia nelle ragazze dagli 11 ai 17 anni nel proprio corpo.
Gli allenatori possono aiutare le atlete a costruire la loro fiducia attraverso un rinforzo positivo e lavorando con le ragazze per combattere l'auto-compassione. Marti Reed ricorda agli allenatori di cercare di modellare il tipo di comportamento che vogliono vedere dalle ragazze:“Parlate del corpo in termini di ciò che può fare piuttosto che di quello che sembra. Quando si dà un feedback, concentrarsi sulle cose che sono nel controllo dell’atleta, come il loro sforzo e il loro atteggiamento. È importante condividere l’apprezzamento e far loro sapere che le vediamo, le ascoltiamo e ci preoccupiamo per loro”.
L'appoggio degli allenatori e delle compagne di squadra, degli amici o familiari, può aiutare le ragazze alle prese con una bassa fiducia in se stesse (che può essere innescata dai media, dai social media, dalla pressione dei coetanei e dal bullismo) in un momento in cui molte attraversano la pubertà e sperimentano rapidi cambiamenti del corpo.
“Se gli allenatori costruiscono fiducia e rapporto, creano un senso di – noi siamo in insieme in quello che fai-” dice Isabelle Cayer.
Il programma Body Confident Sport aiuta anche gli allenatori a lavorare con le atlete a fissare obiettivi realistici e raggiungibili. “Gli obiettivi di co-creazione forniscono un senso di autonomia e proprietà sulla capacità di raggiungere il proprio potenziale concentrandosi sul processo, non sul risultato” afferma la Cayer.
Ne vale la pena, perché i vantaggi di partecipare allo sport sono infiniti. Al di là dei numerosi benefici fisici, la ricerca mostra che può ridurre la depressione; uno studio recente ha mostrato che il 78% delle ragazze che partecipano allo sport riportano una salute mentale positiva. Fare sport può migliorare le prestazioni accademiche e aiutare a coltivare le capacità di leadership e le amicizie per tutta la vita.
Anche le opportunità professionali stanno crescendo, perché gli sport femminili stanno finalmente ottenendo l’attenzione che meritano. Con la sua storica stagione inaugurale, la Professional Women’s Hockey League (PWHL) (ndr. il top dell'Hockey su ghiaccio femminile, quello canadese) sta vendendo i diritti televisivi e le star canadesi si stanno preparando a difendere la loro medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi questa estate.
Più fans che mai si stanno sintonizzando sullo sport femminile: la finale di basket femminile NCAA dello scorso anno ha avuto circa 10 milioni di spettatori, in aumento del 103% rispetto all’anno precedente. Oltre 15 milioni di canadesi, paese molto evoluto nello sport femminile, seguono le leghe sportive professionistiche femminili e la Generazione Z sta guidando la carica, con un pubblico più alto del 40% rispetto a qualsiasi generazione precedente.
C’è più investimento finanziario: si stima che il mercato dello sport femminile professionistico, solo in Canada, valga fino a 200 milioni di dollari, calcolabili in almeno 30 volte tanto per l'intero globo. Il governo canadese si è impegnato a raggiungere l’equità di genere nello sport a tutti i livelli entro il 2035, investendo inizialmente 30 milioni di dollari in tre anni per promuovere la partecipazione di donne e ragazze. Intervento auspicabile presso tutti i Governi del pianeta, ma c’è ancora molta strada da fare.
“Mia madre ha detto che avrebbe voluto giocare a tennis da bambina, ma è nata nel 1952 e non ha mai avuto una possibilità. Per le ragazze fare sport in quel momento era quasi impossibile” racconta Venus Williams. “Non voglio che le ragazze affrontino questi ostacoli: ci sono più opportunità ora e le dobbiamo guidare a sfruttarle senza limiti, finalmente”.