Alexia Putellas:"Vogliamo che ci sia rispetto per la nostra professione, allo stesso modo in cui c’è per i maschi!"
Alexia Putellas:"Vogliamo che ci sia rispetto per la nostra professione, allo stesso modo in cui c’è per i maschi!"
Finalmente siamo arrivati al punto!
Quel punto che noi di ViXXen ci prefiggiamo di divulgare il più possibile.
Esattamente quello che Alexia Putellas, centrocampista dell'FC Barcelona, Campionessa del Mondo e vincitrice del Pallone d'Oro, ha recentemente condiviso durante un tour pre-campionato in Messico con la sua squadra di club: le donne esigono lo stesso rispetto che viene garantito ai maschi!
In tutti gli sport, oltre il calcio, aggiungiamo noi e nella vita di tutti i giorni, al più presto.
L'altro giorno durante un'intervista, Alexia ha sottolineato l'importanza, per gli atleti e le atlete, di potersi concentrare sul calcio e di essere rispettati in egual modo.
È importante che tutti i settori, compreso quello del gioco maschile, riconoscano e rispettino il lavoro svolto dalle donne. La condivisione di questa visione è un passo fondamentale per creare un ambiente di lavoro equo e inclusivo, il pensiero di Alexia.
“Vogliamo lasciare un’eredità, in modo che la prossima generazione non debba preoccuparsi di queste cose, perché alla fine l’energia che stai usando non si concentri su cose che non sono davvero il tuo lavoro.” ha dichiarato ai microfoni di TUDN, rispondendo sul caso del bacio dell'ex Presidente della Federazione spagnola alla sua compagna Hermoso.
Siamo d'accordo con Alexia al 100%.
Non solo i giocatori, ma anche la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nel settore, è essenziale per raggiungere questo obiettivo. Solo lavorando insieme, sarà possibile creare un'industria del gioco che sia aperta a tutti e che offra opportunità paritarie per uomini e donne.
È importante anche pensare al futuro e all'eredità, appunto, che si vogliono lasciare alle prossime generazioni, affinché non debbano perdere tempo sempre nelle stesse questioni legate al sessimo, come oggi.
Al di là di tante battaglie ideologiche e molto superficiali nei modi e nei fatti, l'evidenziare le competenze, il talento e la professionalità, devono essere uno dei mezzi più importanti per far capire quanto lo sport femminile e maschile si equivalgano, sia per la vita delle atlete che per l'esempio che viene dato ai ragazzi.
Non è ammissibile che ci siano ancora due pesi e due misure, una sorta di supponenza verso lo sport femminile, che disturba pesantemente chi è agli inizi e deve subirlo, ma allo stesso modo anche chi lo pratica al massimo livello.
Non ultima, la questione mediatica, quella che a ViXXen abbiamo iniziato da subito a stigmatizzare. Viviamo in media sportivi dominati dall'idea maschile di sport, alla quale spesso si adattano anche le rappresentanti del giornalismo femminile: il problema ha un'ampiezza molto vasta e interessa molta parte delle realtà sportive in tutto il mondo.
E' senz'altro uno dei segnali, che la nostra cultura abbia ambiti nei quali resta retrograda, per niente armonizzata con i tempi della nostra società civile occidentale, la quale cerca di evolvere verso una parità di diritti e di trattamento ormai da decenni.
Il sessimo è difetto molto faticoso da estirpare....
Inoltre c'è la questione infrastrutture: spesso le migliori sono riservate allo sport maschile, così come gli investimenti e le visioni imprenditoriali.
Alexia Putelles dice:“Non investire per ottenere infrastrutture migliori, strutture migliori, che ti aiutino come donna a fare il tuo lavoro è un grave errore. Per questo abbiamo bisogno di dirigenti e istituzioni che lottino per quelle cose, per noi, per fare in modo di poter concentrare le energie su di esso.”
In particolare gli stadi di calcio hanno aperto da poco alla possibilità che qualche partita, soprattutto delle squadre femminili di grandi club, venga disputata al loro interno, mentre pochissime dedicano una parte dei campi d'allenamento ai team delle ragazze.
La prima partita a San Siro, nel Meazza di Milano fu disputata nel 1974, un'amichevole Italia-Scozia praticamente a livello maschile amatoriale, con circa diecimila spettatori “presenti per andare a farsi quattro risate” scrisse la Gazzetta dello Sport.
La prima vera partita, apertura del campionato italiano, fu Milan-Juventus il 5 ottobre 2020 e siccome da ridere non c'era nulla, gli spettatori furono un migliaio, quasi tutti dei settori giovanili invitati per l'occasione.
Molto meglio era però andata all'Allianz Stadium di Torino nel 2019, in occasione della prima partita nella storia di “casa Juventus”, dove la squadra bianconera affrontò la Fiorentina davanti a circa 40mila spettatori, tutto esaurito insomma.
Certamente, per ora, le squadre maschili garantiscono molti più introiti di quelle femminili: un derby Milan-Inter maschile non si può paragonare a quello del calcio femminile.
Le evoluzioni, anche economiche, partono però dal marketing e dalla visibilità e l'uso di spazi di allenamento adeguati possono migliorare di gran lunga la qualità del gioco, così come sarà sempre più opportuno adoperare le strutture importanti esistenti, per divulgare presso gli appassionati questa qualità. Non a caso Italia-Brasile dei Mondiali di Francia 2019, catturò l'attenzione di quasi 7 milioni di telespettatori, con le multinazionali televisive che hanno dimostrato di iniziare a capire le possibilità di crescita.
Un discorso a parte dobbiamo fare per il calcio femminile italiano.
Concentriamoci su alcuni dati, tanto per avere una minima spiegazione sui risultati, a volte miracolosi, della nostra nazionale e delle nostre squadre di club (le quali però si avvalgono delle straniere). Restiamo in Europa.
La Svezia che ci ha dato un bel, per loro, 5 a 0 al mondiale appena concluso conta 179mila praticanti, su 5 milioni circa di donne. Noi, su 30milioni di rappresentanza femminile in Italia abbiamo 11mila praticanti, che arrivano a 23mila contando le bambine delle scuole medie.
La Spagna campione del mondo ( e tre volte campione d'Europa) è stata seguita in semifinale e in finale dal 45,6% degli spettatori televisivi: in pratica uno spagnolo su due ha guardato la sua nazionale in Tv.
Nel giugno 2022 tramite il sindacato delle calciatrici spagnole ha raggiunto un accordo con la propria Federazione per l'equiparazione degli stipendi tra la nazionale femminile e quella maschile, seguendo lo storico Equal Pay ottenuto da quella USA un mese prima, nel maggio 2022. Per le spagnole si parlava di circa 40mila euro lordi a fronte degli 11mila lordi italiani.
Restando sugli stipendi delle donne nel calcio, scopriamo alcune differenze.
Sam Kerr attaccante australiana del Chelsea guadagna 513mila euro l'anno (senza gli sponsor); Megan Rapinoe calciatrice statunitense ed icona del calcio mondiale femminile è sui 417mila (sempre escluso sponsor); Ada Hegerberg norvegese miglior marcatrice di tutti i tempi in UEFA Women’s Champions League incassa ex sponsor 396mila euro; Marta Vieira Da Silva, brasiliana, stella delle Orlando Pride viaggia sui 373mila.
Il segnale della volontà di intraprendere la strada giusta, in Italia lo abbiamo avuto il primo luglio 2022.
Quel giorno è stato istituito il Professionismo anche nel calcio femminile, traguardo inseguito da molto tempo e che regola finalmente un minimo le attività sportive oltre ad uno stipendio base, le assicurazioni e la maturazione di una pensione.
In più via i tetti obbligatori e apertura alle contrattazioni con i team e gli sponsor.
Estrapolate dalla FGCI, ecco le tabelle annuali, tanto per avere un'idea:
Minimi retributivo dal 24° anno di età (classe 1998) –26.664 euro lordi;19.750 euro netti;
Primo contratto ex art. 33.2 NOIF (classe 2002) –20.263 euro lordi;16.155 euro netti;
Minimo retributivo dal 19° al 23° anno di età (classe 2003-1999) –20.263 euro lordi;16.155 euro netti;
Minimo retributivo dal 16° al 19° anno di età (classe 2006-2003) –14.397 euro lordi;11.405 euro netti.
Tramite gli accordi ora possibili con le società, anche le stelle del campionato italiano possono ambire agli stipendi delle omologhe mondiali. In Italia le più pagate nel 2023 sono loro:
Valentina Giacinti (Roma) 225.000 euro;
Cristiana Girelli (Juventus) 225.00 euro;
Manuela Giugliano (Roma) 160.000 euro;
Barbara Bonansea (Juventus) 150.000 euro;
Arianna Caruso (Juventus) 140.000 euro;
Lisa Boattin (Juventus) 110.000 euro;
Questo a dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che per crescere serve una sinergia tra tutte le parti in causa e professionalità adeguatamente remunerata. Un po' come in tutti gli altri lavori.
Alla fine Alexia Putellas ha solo ribadito un concetto lapalissiano che nulla ha in comune con un certo femminismo talebano fine a se stesso, che troppe volte auto-ghettizza le attività femminili: siamo atlete, siamo professioniste, rappresentiamo brand e società prestigiose, siamo seguite da un pubblico di appassionati importante e vogliamo essere trattate come i maschi, in tutto e per tutto.
Se qualcuno avesse obiezioni alzi la mano....