Ayomide Folorunso, una forza della natura dalla simpatia strabordante!
Ayomide Folorunso, una forza della natura dalla simpatia strabordante!
Ayomide Folorunso, un mix esplosivo di fisico, talento e carattere. Bella, solare, sempre sorridente, ma anche indomita, grintosa, determinatissima atleta azzurra.
Ok, partiamo nel viaggio in questo mondo di Ayomide, in questa AyoLand nel modo più canonico ed ortodosso possibile: i suoi dati principali.
È nata ad Abeokuta (Nigeria) il 17 ottobre 1996, altezza 1.70, peso 55 kilogrammi.
La sua famiglia proviene dalla Nigeria del sud e lei si è stabilita a Fidenza nel 2004 con i suoi genitori, a 8 anni, con la mamma Mariam e il papà Emmanuel geologo. Ayo è stata notata dal tecnico Giancarlo Chittolini durante le competizioni scolastiche e affidata all'allenatore Maurizio Pratizzoli.
Nonostante avesse ottenuto i risultati per partecipare ai Mondiali U18 del 2013, in ben cinque specialità, Ayo non è riuscita a rappresentare l'Italia perché ha ricevuto il passaporto italiano solo pochi giorni dopo. Questa è una storia in comune con molte nostre azzurre.
Nel 2015 viene “arruolata” dalle Fiamme Oro, quindi arrivano tutta una serie di risultati eclatanti a livello giovanile (giovanissima medaglia d'oro in staffetta ai Giochi del Mediterraneo 2018).
Crescendo inizia il dominio a livello italiano, con il record sui 400 ostacoli recentemente ritoccato nella semifinale dei Mondiali di Budapest, con 53.89, prima donna italiana sotto i 54 secondi in una disciplina molto difficile, che inizia la sua storia dalla donna sotto il minuto nel lontano 1976, la mitica Rita Bottiglieri (58.1 sec.).
Ayo è ormai una star dello sport, detiene a vario livello 8 record italiani, ma ha una personalità che suscita grande curiosità. Insomma, una ragazza come lei al di fuori dell'atletica, che fa?
Fa la studentessa di medicina e aspirante pediatra, in perfetto accordo con la sua personalità matura e decisa in quello che vuole, in pista come nella vita. Poi l'impegno quotidiano nello studio delle Sacre Scritture, nella Comunità Pentecostale di cui fa parte e la passione per la lettura fantasy, che le piace moltissimo.
Bisogna dire che Ayo un po' “fantasy” lo è in effetti, con questo suo eloquio molto fluente che spesso ci porta, durante le interviste, nei suoi pensieri, nei suoi sogni e nel suo modo di vivere le gare, nella sua emotività, nel suo rapportarsi con l'ansia tramite una dimensione quasi onirica, che diventa però rabbia agonistica molto concreta.
Un esempio? “Se correrò con il coltello tra i denti? No, più che altro niente coltelli, ma canini affilati pronti per azzannare!”.
Ayo è indubbiamente anche molto emiliana, ma proprio tanto, quando si esprime con grande gioia, con risate intercalate ai concetti importanti dello sport, quando ci descrive gli attimi di grande tensione che caratterizzano le competizioni ad altissimo livello, per sorridere e ridere delle sue stesse debolezze subito dopo.
“Si dice “A' yomide con l'accento sulla prima vocale. Se mi chiamate Ayò mide vuol dire che siete sardi, ma io vi sembro nata in Sardegna?” e ride di gusto mentre lo dice agli studenti di Scienze Motorie dell'Università di Parma.
Una forza della natura insomma, di una simpatia strabordante!
Eppure all'atletica è arrivata nonostante i dubbi dei genitori, specie della mamma, che ha stipulato con lei un patto importante: atletica, ma solo se a scuola si va alla grande.
Al'inizio Ayo non si vedeva proprio un granchè, anzi, diciamo che si sentiva proprio scarsa e inadatta, ma chiaramente per chi la seguiva non era così.
Poi nel 2015 staccato il pass per le Olimpiadi, dove arriva come rappresentante della staffetta 4x400 (finalista) e nei 400 ostacoli (semi-finalista), Ayo si sente finalmente parte di una grande famiglia, quella dello sport al massimo livello e da quel momento la sua carriera sarà diretta verso un'evoluzione continua.
Qualcuno, con il quale non siamo d'accordo, l'ha recentemente strumentalizzata politicamente, come “risposta a Pontida”, una nigeriana che dimostra di essere un esempio di immigrazione positiva.
In realtà ad Ayo questo non interessa molto, anzi, è una ragazza che non prende nemmeno lontanamente in considerazione questo tipo di analisi, già auto-prevaricante di per se stessa.
Sull'argomento si è espressa in modo del tutto lucido e concreto:”Se c'è gente che si stupisce sul come mai le medaglie, su molti podi, siano addosso a persone italiane come me, io direi che sarebbe da stupirsi se fossero solo su persone italiane bianche. Ma non c'è problema: anche questa distinzione nella testa della gente passerà, vedrete che passerà, molto presto”.
Lo stesso vale nei casi in cui Ayomide sbaglia gara, come tutti coloro che hanno gareggiato sanno bene: lo sport è fatto più di sconfitte che di vittorie e anzi sono proprio le sconfitte a lanciarti spesso verso la vetta.
“Quando perdo e quando sbaglio gara? Sono incazzata nera, anzi, forse incazzata bianca” dice ridendo “ mi isolo e devo smaltire. Poi la rabbia diventa analisi delle motivazioni e ricerca delle soluzioni per fare meglio. Alla fine divento consapevole che dovrò fare -un mazzo così- a tutti la prossima volta!”.
Come tutte le persone della sua età, nemmeno Ayo è esente dall'uso della tecnologia, delle app; da Spootify per la musica, ai social ad uno smartwatch che le monitora il sonno per capire le possibilità di recupero fisico (“volete sapere il risultato? che di solito dormo come i sassi..”).
Poi Life Church e Vitty, app. legate al suo credo Pentecostale, molto utili per arricchire l'esperienza spirituale.
“Life Church” spiega “permette di leggere diverse versioni della Bibbia in modo comparato, approfondire passaggi e sfumature, partecipare a chat, forum di discussione e letture collettive. Questo crea un'interessante comunità virtuale che ti aiuta a crescere spiritualmente. Vitty, invece, ti offre strumenti tecnologici per pregare e tenere traccia delle tue attività quotidiane.”
Ecco chi è la primatista italiana dei 400 ostacoli, questa atleta dal carattere solare e deciso che, a Fidenza vive e frequenta con “difficoltà, ma tanta passione” le lezioni scolastiche e poi si mette in discussione ogni volta che chiede il massimo al suo corpo.
Bella, solare, sempre sorridente, ma anche indomita, grintosa e determinatissima, lo abbiamo già detto. Dove arriverà lo dirà il futuro; guardando al presente possiamo dire con sicurezza che sarà un'ottima atleta e una grandissima donna, sulla strada del dialogo, quello vero, senza ideologie.