Inaccettabile: calciatrici ai mondiali senza soldi e senza supporti medici adeguati!
Inaccettabile: calciatrici ai mondiali senza soldi e senza supporti medici adeguati!
Scandalosa la notizia che, a tre mesi dalla fine della Coppa del Mondo di calcio femminile, il 20% delle calciatrici partecipanti non abbia ancora ricevuto il premio in denaro garantito dalla FIFA. È un chiaro segno di negligenza e mancanza di rispetto nei confronti delle atlete che hanno dedicato tempo, impegno e talento per partecipare a questo importante torneo. La FIFA dovrebbe essere responsabile e assicurarsi che tutte le federazioni nazionali distribuiscano i fondi promessi, in modo tempestivo e senza ritardi.
Le cifre menzionate rappresentano i premi in denaro assegnati alle squadre partecipanti al torneo, che vanno da 30.000 euro per le squadre eliminate nella fase a gironi fino a 270.000 euro per la vincitrice ed è da sottolineare che, queste cifre, sono esenti da tasse.
La FIFA ha già inviato i premi alle federazioni coinvolte, ma è emerso che sei delle 32 federazioni non hanno ancora distribuito i premi alle rispettive giocatrici. Ciò può essere dovuto a varie ragioni, tra cui problemi legati alla tassazione.
La tassazione può rappresentare un ostacolo nella distribuzione dei premi, poiché ogni paese ha le proprie leggi fiscali che devono essere rispettate. Le federazioni devono affrontare questioni burocratiche e amministrative per garantire che i premi siano distribuiti correttamente e in conformità con le normative fiscali.
La situazione, riguardante i pagamenti per il calcio femminile è complessa e in continua evoluzione.
Secondo Sarah Gregorius, direttrice della sezione policy e relazioni strategiche per il calcio femminile presso FIFPRO, c'è fiducia che i pagamenti verranno effettuati entro la fine dell'anno.
Attualmente non esistono contratti specifici tra le singole giocatrici e le federazioni per questo compenso stabilito dalla FIFA e questo rende incerto anche il luogo in cui potrebbe essere presentato un eventuale ricorso, ma è possibile che le questioni relative ai pagamenti possano essere risolte attraverso negoziati tra le parti coinvolte o tramite l'intervento di organizzazioni come FIFPRO. È importante che le giocatrici e le federazioni lavorino insieme per trovare una soluzione equa e trasparente.
È fondamentale che il calcio femminile riceva il riconoscimento e il sostegno che merita, inclusi pagamenti adeguati.
Tra le federazioni inadempienti, ci sono la Nigeria e la Jamaica. Le loro giocatrici non hanno ancora ricevuto nemmeno le somme di denaro relative alla fase pre-qualificazione.
Un recente sondaggio condotto da FIFPRO ha rivelato dati allarmanti sulle condizioni economiche delle giocatrici di calcio. Un terzo delle 260 giocatrici partecipanti al campionato del mondo guadagna meno di 30.000 dollari all'anno, una cifra molto bassa considerando l'impegno e il talento richiesti per praticare questo sport a livello professionistico. Inoltre, una giocatrice su cinque è costretta a svolgere un secondo lavoro per arrotondare lo stipendio.
Questi dati evidenziano la necessità di un cambiamento significativo nel modo in cui il calcio femminile viene gestito e remunerato. Le giocatrici devono essere trattate con il giusto rispetto e ricevere un compenso adeguato per il loro impegno e le loro abilità. È fondamentale che le federazioni si assumano le proprie responsabilità e garantiscano pagamenti tempestivi ed equi alle loro atlete.
L'emergere di questi dati preoccupanti riguarda anche gli aspetti medici legati alla professione, il che é motivo di allarme. Il 10% delle atlete intervistate non è stata sottoposta ad un esame medico e il 22% non ha effettuato un elettrocardiogramma prima del torneo, entrambi obbligatori secondo i regolamenti FIFA. Ancora più allarmante è il fatto che, se si prendono in considerazione le fasi di qualificazione al Campionato del Mondo, queste percentuali salgono rispettivamente al 54% e al 70%. L'elettrocardiogramma è un esame medico basilare e la sua mancata esecuzione può comportare gravi rischi per la salute delle giocatrici. Sarebbe fondamentale venissero adottate misure immediate per garantire che tutti le partecipanti fossero sottoposti a controlli medici adeguati, prima di prendere parte a competizioni sportive di tale importanza.
C'è da aggiungere che il 60% delle giocatrici lamenta una mancanza di supporto per la propria salute mentale. La salute mentale è un aspetto fondamentale per il benessere complessivo di una persona e dovrebbe essere presa seriamente da tutti gli attori coinvolti nel mondo del calcio femminile.
Anche i dati relativi alla mancanza di un periodo di riposo adeguato sono allarmanti. Il 53% delle giocatrici non ha avuto un periodo di riposo sufficiente prima della competizione, mentre il 60% non ha avuto un periodo di riposo adeguato dopo la competizione. Questo può portare ad un accumulo di stress e affaticamento fisico, mettendo a rischio la salute delle atlete.
Preoccupante poi che l'86% delle calciatrici non abbia avuto a disposizione le due settimane raccomandate di riposo prima di riprendere l'attività con i rispettivi club. Questo ritmo di lavoro intenso può avere conseguenze negative sulla loro salute e sul loro rendimento.
È incredibile che sia necessario sottolineare l'importanza di fornire supporto adeguato, azione che dovrebbe essere ovvia perchè la salute e il benessere delle calciatrici sono fondamentali per consentire loro di esprimere al meglio le proprie capacità sul campo ed evitare rischi inutili.
Ancora una volta invece ci troviamo a raccontare e constatare di quanto molte istituzioni sportive e club non si siano ancora impegnati seriamente in questo ambito.
Questo è sinceramente inaccettabile e molto triste.