La Pallanuoto e il Dna italiano: Italia batte Usa 8 a 7
La Pallanuoto e il Dna italiano: Italia batte Usa 8 a 7
Non c'è niente da fare, l'abbiamo nel Dna quella condizione unica che resta l'epitome del nostro essere italiani. Quando siamo nettamente gli sfavoriti, quando il pronostico non ci dà speranza, quando le possibilità sono minime, ci trasformiamo in una macchina da guerra sportiva, in qualcosa di ineluttabilmente magico, quasi divino. Il 7ROSA oggi non si è sottratto a questo nostro destino di essere l'Italia, quella magica, quando di fronte ha una squadra che ha fatto e sta facendo la storia della Pallanuoto femminile, con un allenatore il cui palmares fa rabbrividire, con individualità da top player mondiale sparse in ogni ruolo. Così, la vittima sacrificale, che ancora più tale sembra dai sorrisini del team avversario durante i convenevoli pre-gara, pesca nel proprio Dna quella componente unica, quei superpoteri femminili che le italiane si portano dentro e che escono prepotenti se sfidati. Non si perde, si vince invece e si vince dopo una partita fantastica, quasi perfetta, con Caterina Banchelli MVP della gara che para tutto il parabile ed anche oltre, con le altre 6 a turno in acqua che danno il massimo e anche oltre, con gli Stati Uniti stupiti e feriti nell'orgoglio che iniziano a dover gestire palloni pesanti (e non capita loro spesso). Entrano in acqua così, compresi i cambi, le nostre ragazze:Condorelli, Tabani, Galardi, Avegno, Giustini, Bettini, Picozzi, Bianconi, Palmieri, Marletta, Cergol, Viacava, Banchelli.
Tutte devono essere menzionate perchè la pallanuoto è sport di squadra e nessuna vince senza le altre, né il CT Carlo Silipo che ha preparato la partita con grande calma, ma anche con grande grinta. Dopo la sconfitta con la Grecia, inaspettata (ah il Dna italiano che a volte funziona al contrario...), aveva dichiarato:”Ci siamo messi noi dalla parte del tabellone con gli USA e noi abbiamo le armi per poterle contrastare”. Detto e fatto. I parziali dei quattro tempi 3-2, 1-2, 2-2, 2-1, parlano di un match sempre sul filo del rasoio al quale è evidente le nostre avversarie non sono abituate, essendo le campionesse in carica di...praticamente tutto. Man mano che il tempo passa e i quarti di tempo si consumano, in acqua si intuisce che il 7ROSA non è là per fare una “buona partita” da sconfitta a testa alta, ma cerca, anzi, addirittura ha il coraggio di provare a vincere con tutte le proprie forze. Ecco così che dalle mani delle nostre escono gran tiri all'incrocio, palombelle azzurre verso il portiere statunitense, l'altissima e bella Ashleigh Johnson, la prima afroamericana presente nella nazionale. Per darvi un'idea, Ashleigh è laureata a Princeton e può esibire una bacheca con 3 Mondiali e 2 Ori Olimpici. Se ciò non bastasse, è anche in testa alla CWPA Hall of Fame per numero di parate e nel 2019 ha vinto il Total Player Award, cioè il titolo di migliore giocatrice in assoluto del mondo. Eppure, il miglior portiere della partita gioca dall'altra parte e si chiama Caterina Banchelli: ha il Dna italiano, quello delle magie. E' fiorentina, ha 22 anni ed ha lasciato l'atletica per la pallanuoto credendo, pensate un po', che non sia solo uno sport da maschi la pallanuoto:”lo sport è uguale per entrambe i sessi. Non c'è niente di mascolino o femminile. Io so solo che quando entro in acqua -volere è potere- e lo applico”.
Infatti Caterina para tutto, e si permette il lusso di annullare anche un rigore a Jewel Roemer, una ragazza che a livello giovanile internazionale ha vinto parecchio ed è considerata un grande talento, che stavolta non basta.
Banchelli è stata premiata come miglior giocatrice della partita non solo per le parate, ma anche per la personalità nel guidare una difesa che, a tratti, è apparsa impenetrabile. Steffens, autrice di 4 gol e migliore marcatrice dell'incontro e le sue compagne, le hanno provate tutte. Il 7ROSA ha risposto con una prestazione di squadra, con i gol di Giustini (3), Bianconi (2), Marletta, Picozzi e Tabani, queste ultime autrici degli ultimi due, che hanno portato al risultato finale di 8 a 7.
Per il CT Carlo Silipo “Finalmente abbiamo visto il 7ROSA, quello che sono orgoglioso di guidare. Era necessaria una prestazione di testa, cuore e carattere per battere gli Stati Uniti. Ci siamo riusciti”, quindi ottimista sul fatto che il proseguo potrebbe essere ora da medaglia.
Per Valeria Palmieri il Capitano ”Ce l’abbiamo fatta. Penso che la sconfitta con la Grecia ci abbia fatto crescere moltissimo. Ci siamo confrontate ed eravamo pienamente consapevoli di essere molto più forti e unite di quanto dimostrato. Ora non dobbiamo pensare che sia finita...” quindi non si molla un centimetro.
Per Caterina Banchelli saracinesca della porta italiana “E’ stata una partita faticosissima. Non ho più voce. Ci eravamo promesse di uscire dall’acqua dopo aver dato tutto. L’abbiamo fatto. (...)Sono sicura che se continueremo a giocare come oggi sarà dura per tutti batterci” che vuol sottolineare cos'è in realtà, l'Italia data per spacciata.
Alla fine di tutto, cos'è l'Italia dello sport: è quella magia là.
Non c'è niente da fare, l'abbiamo nel Dna.