Sha'Carri è Campionessa Mondiale dei 100m:”Sono tornata!"

“I'm back, I'm back” ha gridato dopo il traguardo, quasi stupita di aver vinto la Medaglia d'oro ai mondiali di atletica sui 100m, la gara più prestigiosa.

“Sono tornata” è stato l'emblema di tutto ciò che probabilmente le è passato davanti in quei 100metri.

Problemi nella semifinale, dove Sha'Carri Richardson aveva avuto una partenza “in folle” e visto andare via come il vento le avversarie giamaicane, mentre lei arrancava qualche metro dietro, Il traguardo arriva dopo 10,84 secondi, fuori dalle otto finaliste, ma fortunosamente, primo tempo utile per il ripescaggio.

Forse è stato questo a dare a Sha'Carri l'adrenalina giusta per la finale, dove proprio le due giamaicane, Shericka Jackson e Shelly-Ann Fraser sono rispettivamente argento e bronzo dietro di lei, inaspettatamente forse, per i tecnici e gli analisti sportivi, vista la giornata di qualifiche.

L'americana ha vinto una medaglia che arriva dopo una vita difficilissima, ma una carriera in atletica piena di talento, forse il miglior talento USA degli ultimi anni.

Doveva e poteva Sha'Carri già dimostrarlo alle olimpiadi di Tokyo 2020, dove era tra le favorite, alle quali non partecipa perchè positiva alla cannabis durante i Trials e ovviamente squalificata.

In quella occasione si scatenò un grande dibattito negli Stati Uniti sull'opportunità delle squalifiche per uso di marjuana, visto che parecchi atleti ne erano stati coinvolti in varie discipline sportive. Sha'Carri, nella delusione, si è scusata ed ha parlato della sua depressione, si è sentita in dovere di raccontare il suo dramma familiare e personale, la storia della sua vita fino a quel momento.

Texana di Dallas, nasce in una favelas senza conoscere mai il padre; viene presto abbandonata dalla madre biologica tossicodipendente e affidata ai nonni che fanno quello che possono per gestire la ribelle Sha'Carri, arrabbiata con la vita e indolente, spesso adolescente depressa.

Al liceo, rivela la velocista, tenta il suicidio; si riempie di tatuaggi, ama ostentare con outfits esagerati il suo corpo e usa parrucche, ciglia finte, unghie lunghissime, trucco pesante.

L'atletica fa parte del suo bagaglio genetico, perchè sua zia, ex campionessa scolastica, si inserisce nella sua vita intuendone subito le possibilità.

Sha'Carri è velocissima, sui 100 e sui 200, è nata per correre, ma resta una ragazza difficile, con tanti problemi emotivi da risolvere ed un passato da metabolizzare. Anche in gara, parrucche e capelli decolorati o colorati sotto, ciglia, trucco, unghie incredibili, spesso la cerniera del body abbassata....

E' così, “ingombrante” esteticamente anche se mingherlina, ma scala le classifiche americane con tempi impressionanti, fino allo stop 3 anni fa con la squalifica durante le selezioni per le Olimpiadi. Per i medici americani è drogata.

C'è da lavorare, tecnicamente, ma soprattutto mentalmente.

Quando arrivano di nuovo i Trials 2021, è di nuovo un gran tempo, 10,82.

Nelle interviste Sha'Carri dichiara di non essere tornata, ma di stare solo molto meglio:“sono sempre io, ma sono diversa”.

Lo si vede ad occhio nudo, è molto diversa.

Molto meno esagerata, con un look più sobrio, molto più concentrata, molto concreta.

Nelle interviste è più rilassata; fa coming out e dichiara a tutti di avere una fidanzata, senza nessun problema, con un bel sorriso.

Da questa nuova consapevolezza, dal suo essere finalmente un'atleta e soprattutto una ragazza di 23 anni che ha sconfitto i suoi fantasmi, nasce la prestazione sui 100m, quel 10,65 che mette dietro la Regina indiscussa della specialità, Shelly-Ann Fraser Pryce  giamaicana da 5 titoli mondiali e 15 medaglie iridate.

Ieri sera non ce ne sarebbe stata per nessuna, e Sha'Carry Richardson che si stava perdendo per un attimo di nuovo durante le qualifiche, allo start lo sapeva: ha corso contro se stessa ed è volata leggerissima al traguardo.

E' stato sicuramente il primo podio di una lunga storia che è appena iniziata.

Sha'Carri non è solo tornata, adesso è veramente lei.