Solo il 4,5%! Il Limite Donne al Vertice dello Sport 2025.
Solo il 4,5%! Il Limite Donne al Vertice dello Sport 2025.
Il 2025 si chiude con una verità ineludibile: lo sport femminile italiano è un motore di successi che marcia con un’accelerazione superiore rispetto al lento passo della sua governance. Le atlete continuano ad infrangere record e colorare di medaglie i palmarès internazionali ma, dietro i riflettori, le donne faticano ancora a conquistare ruoli manageriali ed imprenditoriali, veri banchi di prova per la parità di genere.
Un 2025 da Record
L’Italia vanta eccellenze che non sono solo exploit, ma esempi di costanza e determinazione.
Larissa Iapichino (Atletica) ha consolidato la sua posizione di leader europea nel Salto in Lungo, dimostrando una maturità agonistica impressionante, spesso confrontata con un’attenzione mediatica che finalmente inizia a superare il mero sensazionalismo.
Nel nuoto, la nuova generazione ha raccolto l'eredità di Federica Pellegrini, con atlete come Simona Quadarella che dominano le lunghe distanze.
Un altro sport in cui la presenza femminile è decisiva è la pallavolo. Le "Azzurre" sono un brand riconosciuto a livello globale e la Serie A1 femminile, guidata in campo da fuoriclasse come Paola Egonu e Alessia Orro, ha superato in appeal e stabilità economica molti campionati maschili, attirando sponsorizzazioni di primo piano. Questo successo sportivo è il volano che sta spingendo verso l'alto l'intera filiera del Volley.
La Rincorsa ai Ruoli di Potere
Se in campo le donne sono regine, nelle sale di comando sono minoranza.
I dati ufficiali del 2025, confermati dall’Osservatorio Valore Sport (Sport & Salute), restano impietosi:
Rappresentanza Femminile nei Consigli Federali: Si attesta su una media del 28,1%, in leggero aumento rispetto al decennio precedente, ma ancora lontanissima dalla parità.
Presidenti di Federazione: Solo 4,5% donne. Questo dato mostra un blocco sistemico al vertice che impedisce una reale riorganizzazione in ottica di genere.
Questa carenza si riflette nel mondo dell’imprenditoria sportiva. La donna imprenditrice nel settore sportivo è spesso relegata a piccole realtà o a settori accessori. Tuttavia, emergono figure di spicco come Alessandra Marzari, Presidente di Vero Volley, che dimostra come una visione manageriale incentrata sulla sostenibilità e l’equilibrio possa portare al successo sportivo ed economico (il consorzio Vero Volley è un modello di business innovativo in Europa). L'obiettivo, per il 2026, è creare un ecosistema che agevoli l'accesso al credito e la rete di tutoraggio per le start-up guidate da donne nel tech sportivo e nel management.
Le Manager e Le Pioniere del 2025
Oltre alle atlete, sono le figure dirigenziali a fare la differenza, tracciando il percorso verso una leadership più inclusiva:
Diana Bianchedi: A capo della Fondazione Milano Cortina 2026, è stata la responsabile dell'implementazione del programma "21 Tappe per l'Equità di Genere". La sua posizione dimostra che le donne possono guidare progetti complessi di portata internazionale.
Claudia Giordani: Vicepresidente del CONI. La sua costante attività di sensibilizzazione istituzionale sui temi dell’equità ha portato all'approvazione di linee guida più severe sull'inclusione.
Erika Maran: Figura chiave del management sportivo veneto e nazionale. Come Presidente del Vicenza Calcio Femminile (WVFC), incarna un modello di leadership amministrativa e strategica, dimostrando che le donne sono cruciali nella gestione e nello sviluppo di società sportive di alto livello.
Queste donne non sono solo "quote rosa", ma leader che portano innovazione, approcci più olistici e una forte attenzione al benessere delle atlete, oltre che al risultato economico, divulgando il concetto di “Sport” come veicolo fondamentale per l'emancipazione femminile, agendo come scudo contro la dispersione scolastica e la violenza di genere.
Progetti come "Donne in Meta" (Rugby, 2025) e iniziative locali supportate dal Dipartimento per lo Sport, hanno utilizzato l’attività fisica come terapia, creando reti di supporto sociale. Il dato chiave è che le associazioni sportive dilettantistiche (ASD) guidate da donne presentano una probabilità superiore del 30% nell'implementare programmi specifici per l’inclusione di fasce deboli. Il social return on investment (SROI) di questi progetti è altissimo, trasformando la palestra in una vera agenzia educativa e di integrazione.
L'Orizzonte 2026: Milano Cortina e Oltre
L'avvicinarsi dei Giochi Invernali di Milano Cortina 2026 non è solo un’opportunità sportiva, ma un laboratorio di genere.Il progetto "21 Tappe" vuole lasciare un'eredità duratura: un modello di governance sportiva che includa equamente le donne.
Parallelamente, il Governo sta pianificando il lancio di un Fondo Nazionale per lo Sport Femminile (FNSF), operativo da metà 2026, con un budget iniziale destinato a finanziare la professionalizzazione delle atlete e i progetti di infrastrutture dedicate. Questo è un passo epocale per superare le disparità salariali e di tutela legale.
Per trasformare il 2026 nell'anno della svolta definitiva, non bastano le buone intenzioni: servono azioni mirate, come auspicato anche dagli obiettivi editoriali di Vixxen.it:
- Quota di Genere Obbligatoria per i C.D.: Introdurre per legge una quota minima (es. 40%) per il genere meno rappresentato nei Consigli Direttivi Federali, degli Enti di Promozione Sportiva (EPS) e, soprattutto, delle Leghe professionistiche.
Professionalizzazione Completa: Garantire che tutte le atlete di alto livello ricevano la piena tutela previdenziale e sanitaria, eliminando le disparità di trattamento rispetto ai colleghi uomini, un obiettivo che il citato FNSF dovrà blindare.
Monitoraggio e Sanzioni Media: Istituire un organismo di monitoraggio sulla copertura mediatica dello sport femminile. Le emittenti che non rispettano una soglia minima diprime timeper gli eventi femminili potrebbero incorrere in sanzioni o perdere agevolazioni.
Incentivi per le Allenatrici: Creare un sistema di sgravi fiscali per i club che assumono allenatrici con qualifiche federali, specialmente in discipline dove la presenza femminile in panchina è quasi nulla (es. Calcio Maschile, Basket, Rugby).
In conclusione, lo sport femminile italiano è pronto per la parità: ha le campionesse, ha le manager, ha le storie. Ora tocca alla politica e alla governance sportiva sbloccare l'ultimo, fondamentale traguardo: un sistema equo e meritocratico per tutti.
Ci auguriamo che il 2026 sia l'anno della svolta.




