Una maggiore visibilità delle donne nello sport avrebbe numerosi benefici per la società

Una maggiore visibilità delle donne nello sport avrebbe numerosi benefici per la società

Beth Dietz - Psicologa Gender&Sport - Università di Miami

 

 

Recentemente è uscito uno studio di Beth Dietz, Professoressa al Dipartimento di Psicologia dell'Università di Miami, sulla visibilità delle donne nello sport. I risultati della ricerca hanno evidenziato un aumento, nel tempo, del gradimento per la visione dello sport praticato dalle donne, così come un incremento della conoscenza e della familiarità con tale disciplina. Questo indica un progressivo cambiamento nelle preferenze e nell'interesse del pubblico verso lo sport femminile. In pratica sembra che aumentare l'esposizione degli sport praticati dalle donne nei media, possa avere un impatto significativo sul gradimento e sulla domanda di sport femminile, oltre che un superamento di determinati stereotipi sessisti .

Quando le donne sono rappresentate in modo positivo e visibile nello sport, si crea un ambiente più inclusivo che incoraggia altre donne a partecipare.

I dati raccolti dal Tucker Center for Research on Girls and Women in Sport dimostrano come le donne stiano guadagnando sempre più riconoscimento e supporto.

Il fatto che i biglietti per la finale degli US Open, che vide in campo Serena Williams, si siano esauriti più velocemente rispetto alla finale maschile è un segnale chiaro dell'entusiasmo del pubblico per il talento e l'abilità delle atlete femminili. Questo dimostra che le donne sono in grado di attirare un grande numero di spettatori e generare interesse nel pubblico.

Inoltre, 14,3 milioni di persone hanno assistito alla finale della Coppa del Mondo femminile FIFA ed è un risultato ottimo per il calcio femminile, che sta guadagnando sempre più popolarità.

Per il basket, 250.000 spettatori hanno seguito in USA le partite della WNBA trasmesse su ESPN2, altro segno positivo dell'interesse crescente. Quindi esite una domanda per vedere le atlete femminili in azione e il pubblico è disposto a sostenere e seguirne le competizioni.

Purtroppo, ci racconta Beth Dietz, la copertura mediatica degli sport praticati dalle donne spesso non è paragonabile a quella degli uomini: nonostante l'aumento della partecipazione femminile, i dati indicano che la situazione non è migliorata in modo significativo.

Ciò potrebbe essere dovuto a diversi fattori, tra cui la persistenza di stereotipi di genere che privilegiano gli sport maschili. E' pur vero che, negli ultimi anni, si siano registrati alcuni progressi nella copertura mediatica degli sport femminili.

Alcune emittenti televisive e piattaforme digitali stanno iniziando a trasmettere più eventi sportivi femminili e a dedicare spazi specifici alla promozione delle atlete; i social media, hanno offerto nuove opportunità per le atlete di farsi conoscere e raggiungere un pubblico più ampio.

La copertura degli sport praticati dalle donne, comunque, non ha ancora raggiunto la parità con quella maschile. La disparità può essere attribuita anche alla mancanza di interesse e di investimenti nella promozione degli sponsor.

Lo studio della Dietz si propone di verificare l'ipotesi secondo cui, all'aumentare dell'esposizione allo sport praticato dalle donne, questo sarà valutato come più credibile e interessante.

Spesso, per un atteggiamento sessista che parte da lontano, gli sport praticati dalle donne vengono considerati meno interessanti o meno competitivi rispetto a quelli praticati dai maschi, portando ovviamente ad una minore copertura mediatica. Questo atteggiamento può anche influenzare la partecipazione delle donne agli sport, perchè possono sentirsi scoraggiate o non supportate. L'identità dei fans, inoltre, può giocare un ruolo importante: se la maggior parte dei fans sono uomini, è probabile che ci sia una maggiore copertura mediatica di quel particolare sport.

La disparità nella copertura degli sport praticati da maschi e femmine può essere attribuita anche ad altri fattori. La ricerca ha dimostrato che la copertura mediatica degli sport femminili ha una tendenza a considerare lo sport praticato dai maschi come la norma e a etichettare quello praticato dalle donne come "sport femminile", con un'accezione intesa come inferiore; questo tipo di etichettatura può contribuire a una minore visibilità e riconoscimento.

Le atlete poi, sono spesso infantilizzate dai commentatori sportivi, mentre gli atleti di sesso maschile non vengono chiamati "ragazzi" con la stessa frequenza. Questo tipo di linguaggio può ridurre il loro status e contribuire alla copertura minore degli sport praticati dalle donne.

È importante utilizzare un linguaggio rispettoso e inclusivo quando ci si riferisce alle atlete, chiamandole per il loro nome o utilizzando termini appropriati come "atleta" o "giocatrice".

Questo contribuirebbe a sottolineare il loro ruolo e le loro competenze come professioniste.

E' inoltre fondamentale che i commentatori sportivi evitino stereotipi di genere e si concentrino sulla performance atletica delle donne, piuttosto che sulla loro età o aspetto fisico.

Questa disparità potrebbe essere attribuita a diverse cause, tra cui le credenze radicate secondo cui lo sport è un dominio prevalentemente maschile.

Le credenze "medievali" che permeano altre sfere della società, possono anche influenzare la copertura mediatica degli sport femminili e possono portare ad una sottovalutazione dell'importanza e del valore degli sport praticati dalle donne, limitando così la loro visibilità nei media.

Bisogna assolutamente raccontare che la disparità nella copertura mediatica non riflette l'impegno, il talento e il valore delle atlete. Le donne hanno dimostrato di eccellere in molti sport e meritano una divulgazione del loro lavoro equa e adeguata.

Per affrontare questa disparità, è necessario promuovere una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione. Gli organi di informazione devono assumersi la responsabilità di garantire una copertura equilibrata e inclusiva degli eventi sportivi, dando spazio alle storie e alle imprese delle atlete.

 

Scrive la Dietz “a meno che non si riescano a modificare le personalità e i sistemi culturali radicati, l'interesse per gli sport praticati dalle donne potrebbe non cambiare. Tuttavia, potrebbe essere possibile cercare di aumentare la visibilità degli sport praticati dalle donne, il che potrebbe avere effetti sulle costruzioni sociali e culturali esistenti”.

 

È importante sottolineare che il cambiamento culturale richiede tempo e sforzo costante, attraverso l'educazione, la sensibilizzazione con i quali è possibile promuovere una maggiore inclusione degli sport praticati dalle donne e lavorare verso una società più equa e diversificata in questo ambito.

L'evidenza scientifica supporta l'idea, che l'aumento dell'esposizione ad uno stimolo possa aumentare il piacere che proviamo da quel determinato stimolo. Questo fenomeno è noto come "effetto di esposizione ripetuto". In sostanza, più volte ci troviamo di fronte ad uno stimolo, più tendiamo a valutarlo in modo positivo. Questo può accadere con diversi tipi di stimoli, come ad esempio la musica, le opere d'arte o anche i prodotti commerciali. È interessante notare che “l'effetto di esposizione ripetuto” può manifestarsi anche con un numero relativamente basso di esposizioni. C'è da sottolineare che questo effetto non si applica a tutti gli individui in modo uniforme, poiché le preferenze personali e le esperienze individuali possono influenzarne la valutazione, ma è un effetto molto presente nella nostra società.

Se il semplice effetto di esposizione ripetuto è sufficiente per aumentare la simpatia di personaggi sconosciuti, musica, estranei” scrive la Prof.ssa Dietz “è opportuno suggerire che l'aumento dell'esposizione agli sport praticati dalle donne, sia sufficiente per aumentare la simpatia di questi sport e di conseguenza contribuire a dissipare la convinzione che lo sport femminile non sia avvincente o interessante”.

Un test importante ed espanso, andrebbe fatto per valutare l'effetto dell'esposizione ripetuta a sport praticati da donne o atleti di sesso femminile sull'attrazione e il gradimento, in modo peculiare.

Si potrebbe considerare un approccio sperimentale controllato: per esempio, reclutare partecipanti e assegnarli casualmente a due gruppi, uno sperimentale e uno di controllo. Il gruppo sperimentale sarebbe esposto ad una maggiore quantità di sport praticati da donne o atleti di sesso femminile, mentre il gruppo di controllo non verrebbe esposto a tali stimoli” racconta la Dietz.

Secondo la psicologa, dopo un periodo di esposizione, si potrebbero somministrare questionari o interviste per valutare il gradimento, l'attrazione e l'interesse dei partecipanti verso gli sport praticati da donne o atleti di sesso femminile. Sarebbe utile anche considerare l'utilizzo di misure oggettive, come la frequenza cardiaca o la risposta galvanica della pelle per valutare le reazioni fisiologiche.

Poi tenere conto di altri fattori che potrebbero influenzare i risultati, come le preferenze personali dei partecipanti o le loro esperienze passate con gli sport praticati da donne. Pertanto, potrebbe essere utile raccogliere informazioni demografiche e di background per controllare tali variabili.

La ricerca scientifica richiede un approccio rigoroso e sistematico per ottenere risultati affidabili” conclude la psicologa “questo tipo di studio potrebbe aiutare a identificare i gusti dei fans degli sport e a comprendere meglio cosa li attrae. Potrebbe anche fornire informazioni preziose su come migliorare, rispetto al gradimento, il metodo di copertura mediatica degli sport praticati dalle donne, per renderla più coinvolgente ed emozionante. Per la nostra società moderna, questa evoluzione sarebbe un grande beneficio".

I tempi sono maturi: sarebbe il momento di aumentare questa copertura mediatica e combattere un certo modo di vedere lo sport femminile, come fosse una pratica "inferiore".

Questa è proprio la nostra mission qui a ViXXen.

 

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