ViXXen meets Rebecca Aisha Pavan
ViXXen meets Rebecca Aisha Pavan
Al Meeting di Atletica Città di Padova organizzato da Assindustria Sport, abbiamo incontrato l'azzurra del salto in alto Rebecca Aisha Pavan, per fare due chiacchiere sulla situazione attuale dello sport femminile, del razzismo in generale e del sessimo.
Come mai proprio con Rebecca?
Perchè Rebecca, pluri-Campionessa italiana, è una bellissima atleta di origini africane, adottata in fasce, che si sente orgogliosamente veneta, veronese cresciuta a Soave e ”non mi toccare la pearà oh!” dice a scanso di equivoci a me, dubbioso vicentino sulla prelibatezza scaligera.
La ventiduenne saltatrice, che ora vive a Malcontenta di Mira, è stata purtroppo vittima l'anno scorso di un episodio di razzismo descritto da tutti i giornali, del quale abbiamo parlato marginalmente, durante la nostra intervista e dal quale siamo partiti per saperne di più sull'esistenza o meno di prevaricazioni nel mondo dello sport, data la sua realtà di atleta nera e donna.
Per il resto, con un infortunio al piede, la giornata non è andata un granchè, ma lei gentilissima, disponibile a regalarci un po' del suo tempo e bellissima (è la seconda volta che lo diciamo...), con un nugolo di fans ad inseguirla per selfie e autografi, a fine gara si è fermata per farci capire qualcosa in più del suo mondo.
Vixxen:”Rebecca raccontaci come hai vissuto gli anni da ragazzina nello sport e nella vita sociale. Ti sei mai sentita fuori posto?”
Rebecca Aisha Pavan:”Oh sì, mi sono sentita spesso fuori posto, sono ancora oggi fuori posto, guarda te se dovevo mettermi a fare salto in alto!(ndr ride). In realtà ti senti fuori posto in certe situazioni; quando ti fanno notare che sei nera per esempio, su cose per le quali non ha nessun senso questa precisazione, sia in tutte le attività della vita che nello sport, per quanto riguarda la mia disciplina. Mi hanno detto e mi dicono che dovrei fare velocità o al massimo salto in lungo, perchè -quando mai si è vista una come me che fa salto in alto?- Ecco a me questo dà fastidio, mi dà fastidio ogni volta che si parte dalle mie origini per arrivare da qualche parte nei ragionamenti.”
Vixxen:”E tu in questi casi?”
Rebecca Aisha Pavan:”Beh io so di non essere una persona facile, sono complicata e amo complicarmi la vita (ndr. ride di nuovo), per cui posso rispondere che mi sono scelta una cosa difficile, difficile almeno quanto me! Al di là di tutto se intorno hai persone che ti fanno stare bene, fuori e dentro lo sport, se chi ti circonda ti sostiene, non ne soffri più di tanto. Certo, come dicevo prima, a volte dà fastidio e penso che se non fossi donna, molte volte questo non succederebbe, non me lo direbbero.”
Vixxen:”Tu sei stata citata su tutti i giornali un anno fa, per un episodio di razzismo, dove il controllore dell'autobus verso Venezia ha chiesto solo a te di mostrargli il biglietto pagato. So che ti avranno fatto mille volte domande su questo, infatti non ne parliamo nello specifico, ma nello sport, in Italia, esiste questo tipo di razzismo?”
Rebecca Aisha Pavan:”Non ho nessun problema a parlarne. Direi di sì, esiste, in modo diverso, ma esiste. Per quello che ti dicevo prima sul salto in alto -eh tu con quel fisico, sei bassina ma hai il fisico classico da velocista come tutte quelle come te, perchè fai l'alto?- Quelle come me che cosa? Io sono una saltatrice e questa è la mia collocazione nell'atletica, non vedo perchè dovrei sprintare, perchè esistono “quelle come me”. Si capisce benissimo dove vogliono andare a parare..
Esiste poi il problema della nazionalità, perchè ogni volta devi confermare che sei italiana, italianissima e questo alla lunga stanca e pensi -perchè sempre questa domanda insulsa?-
Capisco Paola Egonu che se n'è andata per un po', ha voluto cambiare aria, perchè questa cosa, specie se succede in Italia, ti snerva, è frustrante. Poi ti dirò, che io sono andata sui giornali per la storia dell'autobus perchè nel mio piccolo sono conosciuta, sono un'atleta della Nazionale, ma quanta gente subisce la stessa prevaricazione e non se ne sa nulla? Ecco, da italiana, questo non mi piace”.
Vixxen:”Senti Rebecca, nel calcio, i sindacati delle calciatrici hanno raggiunto, in alcuni paesi, l'Equal Pay ovvero la parità di genere nei compensi tra le due nazionali, voi nell'atletica come siete messe?”
Rebecca Aisha Pavan:”Beh noi non abbiamo un sindacato. In generale di queste cose, come degli eventuali sponsor, se ne occupano i manager. Poi noi abbiamo principalmente sponsor tecnici che ci seguono in tutto e ci permettono di avere lo staff. Io per esempio ho allenatore, fisioterapista, anche un Mental Coach e mi segue Adidas, così come Elena (ndr. Elena Vallortigara saltatrice medaglia di bronzo olimpica) ha la Nike. Di parità con i maschi, non parliamo mai, almeno che io abbia sentito. Però ti dico -maaaaagaaaari- avere le strutture e l'appoggio che hanno loro!!! Hai visto dove siamo passati prima, la Call Room? (ndr. dove gli atleti aspettano la chiamata per la gara. Una specie di capannone con una mini pista interna) Ecco quei posti diventano spesso le nostre sedi di allenamento indoor, dove di solito fa un caldo esagerato d'estate e un freddo cane d'inverno. Su questo sì, c'è molto da fare ancora”.
Vixxen:”L'Equal Pay di cui parlavamo prima è stato raggiunto l'anno scorso dalle calciatrici della Spagna ed è stato firmato su proposta proprio di quel Presidente della Federazione che si è dimesso per il famoso bacio alla premiazione del mondiale. Tu che ne pensi?”
Rebecca Aisha Pavan:”Certamente positivo il fatto dell'Equal Pay, ma imperdonabile il bacio. Non per il bacio in sé, quanto per quello che lei, la calciatrice, deve aver provato. Non è una scelta unilaterale! Il bacio come fosse tra -compagnoni-, tipo goliardata secondo l'uso maschile, non può essere applicato ad una donna e non ci sono scusanti. E' un'azione riprovevole in ogni caso, non c'entra l'innocenza dell'atto. Non va fatto e basta.”
Vixxen:”E nel tuo ambiente esiste questo tipo di atteggiamento?”
Rebecca Aisha Pavan:”Fortunatamente no, di quel tipo no. Esiste un altro atteggiamento, che a noi atlete da molto fastidio ed è quello del voyerismo fotografico che viene messo in atto da parecchi rappresentanti dei media. Ora, tu vedi come sono i nostri completi da gara: pratichiamo uno sport dove i movimenti devono essere liberi, quindi abbiamo degli indumenti adatti. Certo se si vuole mettere in luce una parte del corpo anziché un'altra, un movimento anziché un altro, è molto facile. Le foto sportive si stanno trasformando in foto quasi maniacali. Questo ci mette in grande disagio, non sai mai cosa uscirà il giorno dopo sui media, sei sempre in ansia.”
Vixxen:”Viene da obiettare però, che guardando i profili Instagram di moltissime atlete di tutte le discipline, dalle tenniste alle sciatrici alle nuotatrici a voi dell'atletica etc..ormai le foto in tenuta sportiva sono la minoranza rispetto a molte che sembrano talvolta quasi ammicanti.”
Rebecca Aisha Pavan:”Sì ma sono tutte frutto di una scelta personale, di una scelta nostra. Io per esempio, tengo molto all'outfit, al look, a come mi porgo al pubblico, ci tengo a tenermi in ordine e ad apparire piacevole. Non è che l'atleta deve essere per forza messa male perchè è una che fa sport! Poi ognuna nel suo profilo personale decide il limite, cosa pubblicare e cosa no, quanto vuol far vedere del proprio corpo e quanto no. Ripeto è una scelta personale, non di un fotografo che aspetta la posizione giusta e inquadra come vuole lui.”
Vixxen:”Ultimamente Jill Scott, campionessa di calcio inglese e d'Europa nel 2022, ha parlato di quanto sia importante anche solo l'abbigliamento durante l'esercizio sportivo e le gare. A lei, per esempio, da giovanissima nel calcio davano i completi dei maschi e questo la metteva a disagio. Anche i colori nel tennis, l'abolizione del bianco obbligatorio in certi tornei, per i problemi che il ciclo mestruale può causare è stato un passo avanti.
Nell'atletica?”
Rebecca Aisha Pavan:”Anche da noi stanno cambiando le cose. I body, tipo quelli delle ginnaste, iniziano a vedersi in giro. Poi ci sono tutta una serie di soluzioni che i nostri sponsor tecnici ci propongono e che, a volte, testiamo in allenamento. Certo, e torniamo a quanto dicevo prima, se esiste un miglioramento, una specie di upgrade nella componente tecnica dell'abbigliamento e poi ti fotografano in modo -strano- ancora più facilmente, non ne usciamo più! Deve cambiare la mentalità su noi donne: fate delle foto che esaltino i gesti atletici per favore, io la penso così”.
Vixxen:”I dati statistici dicono che delle ragazze che iniziano uno sport, circa la metà smettono in età adolescenziale, specie quelli di squadra, rispetto ai maschi il cui 70% invece continua. Oltre a far iniziare le bambine, bisognerebbe trattenerle nell'ambiente sportivo..”
Rebecca Aisha Pavan:”Sì questo è un altro problema verso il quale bisogna evolvere. La vita dell'agonista non è facile: io studio, a volte studio e lavoro insieme e poi mi alleno. Se non hai le spalle coperte, chi ti segue e ti aiuta, fai fatica a continuare e ad arrivare a certi livelli. Si inizia perchè magari sei attratta e hai passione, poi però sono quasi sempre i genitori che permettono tu possa andare avanti. In Italia non è facilissimo per le ragazze, come dicevamo, per le strutture, le condizioni economiche, tanti fattori”.
Era l'ultima domanda e l'oasi che ci eravamo creati nella tribuna opposta a quella principale, è nuovamente sul punto di essere invasa dai fans di Rebecca che, a dire il vero, sono un bel po'.
In più ha anche un forte dolore ad un piede, il quale sarà protagonista di una risonanza magnetica quanto prima, per stabilire cosa non va.
Rebecca Aisha Pavan è alla fine della stagione e contiamo di ritrovarla in pedana quanto prima, con tutta la sua simpatia e la sua caparbietà, molto ma molto veneta, su questo non c'è alcun dubbio.